Elite: articolo apparso su FiloDiritto

Gentilissimo Dottor Di Cesare,

l’articolo fa parte del precedente archivio non più on line.

Riporto l’articolo in calce.

Cordiali saluti,
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Avv. Antonio Zama
Via San Domenico 6 – 40124 – Bologna
www.antoniozama.it
Direttore responsabile di Filodiritto
www.filodiritto.com


Le origini del sistema informativo negli studi professionali
1.1. L’ambito storico e l’evoluzione tecnologica, dalle origini ad oggi
dott. Gianrico Masetti

Lo sviluppo prettamente tecnologico dello strumento computeristico applicato agli studi professionali in generale, ed, in particolare, a quelli legali, hanno un’origine relativamente recente, se si intende per sistema informativo un sistema più complesso ed evoluto rispetto alla pura videoscrittura, che consenta di utilizzare un processo organizzativo e semplificatorio dell’attività giuridica; programmi di videoscrittura erano già a disposizione del professionista dalla metà degli anni ’70, anni nei quali, però, è bene sottolineare una scarsissima penetrazione del elaboratore nella vita sociale e professionale italiana, anni in cui la macchina da scrivere e il sistema cartaceo in generale, facevano la parte del leone.
Con l’inizio degli anni ottanta comparvero i primi programmi specifici per gli studi legali; in particolare fu la società milanese Homic S.r.l. a proporre un software ad hoc per gli studi professionali, che all’epoca le serviva più che altro per vendere i PC IBM di cui era stata concessionaria fino alla sua liquidazione, avvenuta alla fine del 1992. Tale programma, battezzato infelicemente Studio 84 (con difficoltà di vendita, per ovvi motivi, a partire dal 1985 in poi…….) era stato scritto in Basic MS-DOS 2.0 dallo Studio Di Cesare con la collaborazione di un avvocato milanese, Giancarlo Pacchiani, appassionato di informatica giuridica (7).
Studio 84 girava su un PC IBM originale, anche con doppio floppy (8) da 720 Kbyte, anche se richiedeva di cambiare una miriade di dischetti, ed era consigliata la nuova versione XT, dotata di disco rigido da 10 Mbyte destinato a risolvere per sempre ogni necessità di memorizzazione dello studio.
Da un punto di vista pratico-applicativo, il sistema era così organizzato: l’operatore registrava la pratica, identificata dal nome del cliente e dell’avversario, di cui venivano memorizzati i dati anagrafici, insieme all’autorità competente (ai fini dell’applicazione dei relativi tariffari differenziati), un codice di difficoltà utile ad individuare e a graduare il calcolo degli onorari tra minimi e massimi, e alcuni brevi campi generici con descrizioni tipo note, stato, riferimento. Era inoltre possibile imputare sul PC la prima nota delle prestazioni professionali, annotate precedentemente su cartaceo, e registrate dal terminalista quotidianamente.
Come si può notare, l’applicazione del programma era davvero limitatissima, ed inoltre, lamentava gravi malfunzionamenti, tanto che gli utenti dovettero essere aiutati per vari mesi, tramite un patch che eliminava l’ampiezza limite della prima nota, precedentemente definita a cento prestazioni, esaurite le quali l’utente sarebbe stato normalmente costretto a effettuare il trasferimento, e consentiva, perciò, di continuare a gonfiare gli archivi nella speranza che, prima o poi, il programma, sostanzialmente, girasse.
Nonostante tutti questi difetti e limiti applicativi, il ruolo storico del programma Studio 84 si è rivelato decisivo. Lo stesso programma, infatti, consentiva, oltre alla registrazione delle prestazioni con associazione delle stesse alle spese, diritti e onorari generati e calcolo automatico degli ultimi due sulla base della Tariffa Forense in vigore, di utilizzare per la singola pratica testi sorgente predisposti con un normale word processor (e precisamente con IBM Easy Writer, Micropro Wordstar o Olivetti Olitext) al cui interno potevano essere definite variabili, sostituite di volta in volta dai dati già presenti negli archivi dell’applicazione o dalla stringa la cui compilazione era richiesta dal programma all’operatore (9).
Dopo la creazione e l’utilizzazione del programma Studio 84, furono creati diversi programmi che tradivano, nella loro impostazione di base e nei loro aspetti fondamentali, più o meno celate filiazioni dirette dal Software citato, pur con la progressiva divergenza operatasi nelle successive release, individuabili non solo in aspetti relativi all’impostazione generale, che non trovano nessuna giustificazione nella sostanziale identicità di aspetti ed esigenze che tali software vorrebbero continuare a soddisfare, ma anche in ipotesi particolari legate alla gestione diretta delle risorse del programma.
Direttamente dall’esperienza Studio 84 nasceva PAC – Procedure Avvocati Civilisti, sviluppato dallo stesso Studio Di Cesare e distribuito ancora da Homic, e, in tempi più recenti, dalla stessa fonte Senior (dedicata soprattutto agli uffici legali delle imprese), Junior e infine Elite.
Sulla falsariga dei prodotti citati ed analizzati, si inquadra l’intervento sul mercato di IPSOA, che ha lanciato sul mercato, in tempi ormai non troppo recenti, il programma Gesta. La scelta di IPSOA, pur condivisibile da un punto di vista commerciale, tenuto conto della posizione ideale assunta sul mercato dalla casa editrice, non si è rivelata molto felice, a causa di una serie di errori di scelta commessi, vanificando così l’enorme campagna pubblicitaria prodotta (10).
Tra le scelte, ricordiamo per esempio il pervicace rifiuto della soluzione rete a favore di una povera implementazione in multiutenza sotto XENIX; l’aver vincolato l’applicazione a una versione di Word 2.0 DOS modificata e resa appositamente incompatibile da Microsoft Italia; l’aver ottenuto da Hitachi dei lettori appositi per i propri CD resi incompatibili con gli standard ISO e High Sierra; il tentativo di piazzare un hardware superato.
Per quanto riguarda PAC, nelle sue successive release, nonostante una certa versatilità e semplicità di utilizzo, dovute, da un lato dalla eliminazione della prima nota e dall’utilizzo della strada delle reti locali, e dall’altro da una raffinata gestione delle esposizioni legate alle singole prestazioni, non sembra aver inciso notevolmente sulle programmazioni di settore, anche se è indubbio che all’epoca PAC aveva ben poco da invidiare alla sconclusionate operazioni operate dalla concorrenza (11).
Contemporaneamente, si assistette alla prima diffusione di programmi sotto Windows, per lo più grazie a Visual Basic, come Lexit e Alter Ego Win, che estesero i pochi casi di interfaccia grafica in questo genere di applicativi, fino ad allora limitati a programmi per Macintosh.
Appariva sempre più importante e fondamentale lo sviluppo di interfacce grafiche sempre più evolute, volte a favorire la semplicità di accesso e di utilizzo. Le esigenze che allora cominciavano a far capolino erano, sostanzialmente due: da un lato un’organizzazione flessibile, efficiente e poco formalizzabile, connessa alla memorizzazione di prestazioni compiute o da compiere entro un certo termine in riferimento alle singole posizioni dei clienti dello studio, secondo diagrammi di flusso variabili in rapporto a circostanze esterne e a decisioni da rivedere costantemente, che comportava l’utilizzo di sistemi di hardware e di software di difficile utilizzo e piuttosto costosi; dall’altro la necessità di un utilizzo semplice, immediato e, entro ovvi limiti, anche economico. Il “feticcio” della semplicità e dell’economicità continuò, quindi, a mietere vittime, quando l’adeguatezza e la possibilità di ammortamento di una soluzione chiavi in mano si misuravano invece sulla capacità di fornire soluzioni vantaggiose ed efficaci ai problemi del professionista e dei suoi collaboratori, decisi a trarne vantaggio (12).
Per il professionista risultavano, così, importanti le necessità di produttività, comfort e sicurezza del suo lavoro, con un accesso trasparente e in tempo reale ai dati, e ampie possibilità di personalizzazione dell’interfaccia in rapporto ai gusti e alle esigenze personali. Era, quindi, necessaria una mutazione dell’atteggiamento non solo professionale, bensì culturale e organizzativo, per il quale il professionista doveva accettare consapevolmente mutamenti radicali nel suo modo di lavorare, passando da una situazione in cui non ha il tempo di utilizzare il PC, ad una in cui non abbia più tempo di utilizzare gli altri strumenti tradizionali, come il personale di segreteria, la letteratura cartacea e le agende (13).
Con l’acquisizione di una severa consapevolezza del nuovo ruolo dell’avvocato e dello studio legale, e del suo rapporto con la “nuova” organizzazione del lavoro, che non può non passare attraverso l’utilizzazione del computer, siamo giunti fino all’epoca che potremmo, per così dire, definire come “l’Era Moderna” del software professionale, quella per intenderci degli ultimi quattro/cinque anni, epoca caratterizzata da una maggiore sensibilità nei confronti dei problemi organizzatori e degli sprechi di lavoro e di tempo che l’assenza di un adeguato sistema informatico comporta. Ed è proprio questa era, con le sue applicazioni concrete, che andremo successivamente ad analizzare in maniera più approfondita e maggiormente critica.

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